29 maggio 2021

Euribor Negativo: Effetti sui Mutui Variabili, Previsioni per i Tassi di Interesse

Mutui a tasso variabile, con l'Euribor negativo gli interessi sono al minimo e i mutui convenienti, ma le banche hanno posto alcune clausole.
Dal 21 aprile 2015 l'indice Euribor 3 mesi è negativo e così rimane, anzi, i ribassi sono continuati e hanno coinvolto anche il tasso Euribor 1 mese, Euribor 6 mesi ed Euribor 12 mesi. I motivi sono ormai noti: la situazione economico-finanziaria europea che spinge la BCE a una politica monetaria accomodante a base di tassi di interesse al minimo e prestiti alle banche, situazione che l'emergenza Covid farà proseguire più a lungo di quanto inizialmente stimato. Gli effetti sui mutui delle scelte della BCE sono positivi per i consumatori, in particolare per i mutui a tasso variabile.

Cosa è l'Euribor

Il tasso Euribor è l'indice principale per i mutui a tasso variabile. Da gennaio 2020 è stato modificato il metodo di rilevamento dei dati per il suo calcolo, ovvero i tassi di interesse che le principali 20 banche europee applicano al denaro che si prestano a vicenda, ma il cambiamento all'atto pratico è praticamente nullo.

Gli interessi dei mutui variabili sono dati dalla somma di Euribor e spread bancario (il guadagno delle banche) che danno il TAN, il tasso annuo nominale sul capitale, al quale vanno aggiunte le spese accessorie (perizia, istruttoria, gestione, assicurazione sull'immobile...) per ottenere il TAEG, il tasso annuo effettivo globale, o Indice Sintetico di Costo, che è l'effettivo interesse che pagate (cfr la guida ai tassi di interesse di mutui e prestiti).

La quota interessi della rata di un mutuo variabile è dunque sempre uguale per le componenti spread e spese accessorie, invece cambia nella componente legata all'indice Euribor: dopo la fiammata che precedette la crisi dei mutui subprime nel biennio 2008-09, quando arrivò al 5%, l'Euribor si è progressivamente ridotto fino a diventare negativo nel 2015, grazie alle politiche monetarie espansive attuate dalla BCE, necessarie per salvare l'euro dalla crisi del debito sovrano del 2010-11 e rilanciare l'economia europea.

Da cosa è influenzato l'Euribor

Il principale driver finanziario dell'Euribor è il costo del denaro, ovvero il tasso di rifinanziamento principale della BCE, ma anche dagli altri tassi di interesse intebancari decisi sempre dalla Banca Centrale Europea. Questo è abbastanza ovvio in quanto l'Euribor è calcolato dai tassi di interesse applicati ai prestiti interbancari: più il denaro "è caro" per le banche e più lo sarà per i consumatori che chiedono finanziamenti.

La crisi dovuta alla pandemia metterà ancora più in difficoltà l'economia europea, obbligando la BCE a perseguire la politica monetaria accomodante senza alcun indugio per poter fornire la liquidità di cui i Paesi membri dell'UE necessitano per l'emergenza sanitaria ed economica. Purtroppo i debiti pubblici saliranno parecchio, mentre PIL e scambi internazionali si ridurranno sensibilmente: una situazione difficile, tra i pochi effetti positivi per cittadini / consumatori ci saranno i tassi di interesse dei mutui che resteranno ai minimi, appunto perché influenzati dal costo del denaro e ai tassi decisi dalla Banca Centrale Europea.

La Brexit non ha avuto effetti sugli indici dei mutui: l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea non ha praticamente avuto impatto sugli interessi dei mutui, sono altri i fattori da considerare e le previsioni sui tassi d'interesse dei mutui indicano che rimarranno molto bassi anche nei prossimi anni proprio perché la BCE ha confermato più volte che manterrà al minimo i tassi, ha iniziato a settembre 2019 un nuovo piano di prestiti agevolati alle banche (il Tltro 3) per rifornirle di denaro da immettere nel circuito del credito a famiglie e imprese, e un nuovo Quantitative Easing attivato da novembre.
euribor andamento
Andamento dell'Euribor negli ultimi 10 anni
Dall'inizio del 2015 l'Euribor è negativo in tutte le sue versioni, quindi chi ha un mutuo a tasso variabile indicizzato all'Euribor ha avuto riduzioni della rata già da anni, ma di certo le banche hanno preso le loro contromisure.

Costo del denaro, decisioni della BCE e tassi dei mutui

A partire dal 2015 e fino al dicembre 2018 a BCE ha attuato il Quantitative Easing, un acquisto massiccio di Titoli di Stato, per immettere altra liquidità nel sistema finanziario europeo con l'obiettivo di contrastare la deflazione e sostenere la ripresa. Già nei mesi precedenti all'avvio dell'operazione, le sole aspettative già producevano effetti: riduzione dei rendimenti dei Titoli di Stato e discesa dell'Euribor 1 mese sotto zero, poi la partenza effettiva li ha accentuati ed ecco che anche l'Euribor 3 mesi è andato in negativo.

Il 10 marzo 2016 a BCE potenzia ed estende il QE e il costo del denaro viene portato dal minimo storico dello 0.05% allo 0% mentre il tasso sui depositi passa da -0.30% a -0.40%: le banche pagano di più per tenere ferme le liquidità nelle casse della BCE, è un costo per stimolarle a immettere denaro nel circuito del credito. Inoltre furono concessi ulteriori finanziamenti alle banche, con tassi d'interesse più bassi quanto più le banche concederanno a loro volta finanziamenti convenienti a famiglie e imprese.

Il primo Quantitative Easing è giunto a conclusione il 31 dicembre 2018, ma già mesi prima la BCE confermava che avrebbe mantenuto il costo del denaro e gli altri suoi tassi di interesse interbancari al minimo per tutto il tempo necessario, sicuramente ben oltre il 2019, con solo pochi e moderati aumenti negli anni a venire. Deciso anche l'avvio da settembre 2019 del piano Tltro 3 per prestiti agevolati alle banche, per incentivarle a elargire più mutui e finanziamenti: avendo dunque accesso a una liquidità con meno costi, dovrebbero dunque mantenere i tassi dei mutui più bassi.

Siccome la situazione economica dell'Unione Europea non era considerata ancora ottimale, con una inflazione troppo bassa e un sistema finanziario con alcune debolezze, la BCE ha deciso un secondo QE iniziato nel novembre 2019: tra gli effetti, come ampiamente spiegato, una stabilizzazione dei tassi di interesse a questi livelli molto bassi.

L'emergenza Covid avrà in sostanza gli stessi effetti negativi della crisi dei mutui subprime, ovvero un aumento del debito pubblico e una riduzione di produzione e scambi commerciali. Per arginare il pericolo di una nuova crisi del debito, o per limitarla quando molto probabilmente si concretizzerà, la BCE continuerà a mantenere una politica monetaria espansiva, anche per assecondare le richieste di liquidità da parte degli Stati europei e dell'UE stessa. Tutto ciò contribuirà a mantenere l'Euribor, ma anche l'Eurirs, al minimo e di conseguenza anche i tassi di interesse dei mutui.


Effetti Euribor negativo sui mutui variabili

Tecnicamente, quando l'Euribor scende la rata dei mutui a tasso variabile già stipulati si riduce, quelli ancora da stipulare sono proposti con interessi più bassi. Ma con l'Euribor negativo il TAN diventa minore dello spread, cioè viene eroso il guadagno delle banche! Infatti se TAN = Euribor + Spread, con l'Euribor sotto zero è come fare TAN = Spread - Euribor!

Le banche non ci avevano praticamente mai pensato, quindi non erano preparate a un simile evento. Per i contratti di mutuo a tasso variabile stipulati prima del passaggio in zona negativa dell'Euribor in teoria non cambia nulla e quindi la rata dovrebbe ridursi, attenzione però che potrebbero esserci clausole nascoste che tutelino la banca proprio da simili evenienze: controllate bene. Inoltre si segnalano casi in cui è stata la banca a chiedere la rinegoziazione del mutuo al cliente, ovvero di trattare un cambio delle condizioni contrattuali, quindi se vi fosse proposta verificate con cura se il vantaggio è solo per l'istituto e non per voi.

Diverso invece il discorso per i nuovi mutui a tasso variabile, visto che le banche hanno inserito, fin da quando l'Euribor 1 mese è andato in negativo, nuove postille ai contratti che prevedono un valore minimo per l'Euribor, ovviamente positivo -lo ha fatto per prima Deutsche Bank- sotto il quale non si va per i calcoli della quota interessi, a prescindere dal reale andamento dell'indice. Finché si trattava di pochissimi punti percentuali non sono sorti problemi o polemiche, ma dopo che l'Euribor 1 mese e 3 mesi hanno continuato a scendere qualche associazione dei consumatori ha alzato la voce, purtroppo con ben pochi risultati.

La BCE ha proseguito con il QE più del previsto (conclusione ormai fissata a dicembre 2018, ma senza uscire del tutto dal mercato dei Titoli) e con la politica monetaria espansiva: le previsioni sui tassi dei mutui più aggiornate confermano per il medio periodo ancora interessi minimi (anche per i mutui a tasso fisso) in quanto è stato più volte ribadito che i tassi di riferimento rimarranno comunque a valori molto bassi ancora a lungo.
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