13 luglio 2020

Effetti del QE sugli Interessi dei Mutui

Quantitative Easing e mutui: i tassi di interesse sono ai minimi grazie alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea, vantaggi anche per i mutui fissi.
Le politiche monetarie espansive della BCE a base di tassi di interesse ai minimi (ovvero col costo del denaro a zero), di acquisto di titoli di stato col Quantitative Easing e di prestiti alle banche con interessi molto bassi, hanno un effetto senz'altro positivo per famiglie e consumatori: gli interessi dei mutui sono bassi, in pratica ai minimi storici, in particolare sono più convenienti i mutui a tasso variabile ma anche i mutui a tasso fisso hanno interessi bassi. Le misure di politica monetaria in risposta all'emergenza Covid andranno nella stessa direzione: i tassi di interesse di riferimento, ovvero il costo del denaro, rimarranno ai minimi e questo avrà effetti positivi sui tassi di interesse di mutui e finanziamenti.

Tassi dei mutui e Quantitative Easing - Tutto ciò è stato particolarmente evidente negli anni 2015/18 quando la Banca Centrale Europea ha messo in atto il primo Quantitative Easing, ma questi effetti sui tassi dei mutui sono continuati anche nel 2019 perché la BCE ha mantenuto i tassi di rifinanziamento a zero e prestato liquidità a basso costo alle banche. Dal mese di novembre 2019 la BCE ha attivato un secondo QE, che ha gli stessi effetti sui mutui.

Da quando è iniziato nel 2015, più volte la BCE ha potenziato il QE e allungato la sua durata, stabilizzando così gli effetti del Quantitative Easing sui mutui, effetti che sarebbero durati ancora qualche anno nonostante il QE fosse giunto a termine nel mese di dicembre 2018, perché comunque la politica monetaria della BCE è rimasta accomodante e con tassi di interesse molto bassi, come spieghiamo nel dettaglio in questo report. Con l'annuncio del secondo Quantitavive Easing da novembre 2019, gli effetti sui tassi di interesse dei mutui si sono ulteriormente stabilizzati.

Con Euribor sottozero la situazione dei mutui a tasso variabile, cioè molto buona per i consumatori perché gli indici sono ai minimi storici proprio per la politica economica della BCE ma anche per via della economia europea non proprio brillante. L'indice Euribor (acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro) è calcolato a partire dalla media dei tassi di interesse applicato ai soldi che le principali banche europee si prestano tra di loro e viene utilizzato come indice per i mutui a tasso variabile, principalmente nelle sue versioni a 3 e 6 mesi: uno degli obbiettivi tecnici della Banca Centrale Europea è immettere più liquidità nel sistema finanziario in modo da ridurre il valore stesso del denaro per alzare l'inflazione: per fare ciò la BCE ha provveduto a portare allo 0% il costo del denaro e a comprare Titoli di Stato col QE (il primo: il mantenimento dei tassi allo 0% e l'avvio di un altro Quantitative Easing si sono resi necessari per le difficoltà dell'economia europea).

Altro obiettivo della BCE è quello di incentivare le banche a immettere più denaro nel circuito del credito, a elargire più mutui e finanziamenti a famiglie e imprese con interessi più bassi (in modo da stimolare l'economia): per questo da anni sta mantenendo il tasso sui depositi a -0,40%, a settembre 2019 ha avviato il suo terzo piano Tltro per prestiti alle banche con interessi nulli, a novembre un nuovo QE.

Dunque l'Euribor rimarrà basso perché la BCE immette miliardi di euro nel sistema finanziario: aumentando la massa monetaria in circolazione il suo valore scende, facendo rimanere a livelli minimali anche il tasso di interesse con cui le banche si prestano denaro a vicenda, l'Euribor appunto.

Anche i mutui a tasso fisso si avvantaggiano della situazione visto che pure l'Eurirs è a livelli minimali: d'altra parte si calcola facendo riferimento anche ai rendimenti dei Titoli di Stato tedeschi, i famosi Bund, che sono bassissimi per via della solidità finanziaria della Germania, e con l'acquisto di Titoli di Stato da parte della BCE la solidità finanziaria di tutti i paesi UE è migliorata. Ebbene, proprio grazie al Quantitative Easing della BCE la situazione rimarrà a questi livelli, confermando le ottimistiche previsioni sui tassi di interesse dei mutui per i prossimi anni.

Questo perché tra gli effetti del QE c'è stata senza ombra di dubbio la riduzione dei rendimenti dei Titoli di Stato europei, fattore positivo per i mutui a tasso fisso, ma anche una maggiore disponibilità finanziaria delle banche, che sono "spinte" dalla stessa BCE a metterla sul piatto dei finanziamenti e dei mutui come detto poco sopra.

Va inoltre considerato che le banche stanno proponendo mutui fissi con spread bassi visto che la concorrenza sul mercato dei finanziamenti si è alzata proprio per questa situazione generale, anche se comunque occorre precisare che chi vuole chiedere un mutuo deve valutare con attenzione se gli conviene ora un mutuo a tasso variabile o a tasso fisso (in poche parole, dipende molto dalla durata).
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