25 ottobre 2016

Come Attivare una Fornitura di Energia Elettrica: Costo, Disattivazione

Come attivare un contratto luce, quanto costa e come disattivare la fornitura elettrica - Quando si acquista o affitta un immobile la maggior parte delle volte si deve attivare la fornitura di energia elettrica, operazione necessaria per garantirsi l'elettricità con la quale mettere in funzione l'impianto. L'attivazione della fornitura luce deve essere richiesta al gestore con il quale si desidera sottoscrivere il contratto di vendita dell'energia elettrica, che deve trasmettere tale richiesta al distributore di competenza sul territorio entro 48 ore lavorative. Una volta ricevuta la richiesta, il distributore ha a disposizione 5 giorni lavorativi per attivare la fornitura.
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Per i contatori tradizionali la procedura di attivazione della fornitura elettrica è molto semplice, infatti è sufficiente rimuovere i sigilli al contatore, mentre per i contatori elettronici la messa in opera viene effettuata per via telematica ovvero viene inviato un comando dalla centrale di controllo: nel secondo caso non è quindi necessario l'intervento di un tecnico sul posto.

Qualora l'attivazione dell'elettricità avvenga oltre le tempistiche previste ovvero in ritardo, per cause attribuibili al distributore della fornitura elettrica, l'utente domestico riceverà in automatico un rimborso. Il risarcimento ammonta a minimo 35 euro se la messa in opera avviene entro il doppio del tempo stabilito, a 70 euro se il lasso di tempo si posticipa entro il triplo del tempo previsto e a 105 euro per un rinvio oltre il triplo delle tempistiche programmate. Gli utenti non domestici ricevono rispettivamente 70, 140 e 210 euro.

Quanto costa attivare una fornitura di energia elettrica?

Nel mercato di maggior tutela, ovvero nel regime tariffario stabilito dall'AEEGSI, i clienti devono pagare al fornitore due diversi importi per l'attivazione della fornitura luce, uno pari a 27,03 euro dovuto per gli oneri amministrativi (la somma viene accreditata al distributore) ed uno pari a 23 euro a titolo di contributo fisso. Agli importi bisogna sommare l'imposta di bollo di 16 euro applicata al contratto, la quale è dovuta per legge. Al termine del contratto per la fornitura di energia l'esercente della maggior tutela chiede all'utente un deposito cauzionale (o un'altra caparra simile): tale importo non deve essere versato dai clienti che pagano la bolletta luce tramite domiciliazione bancaria, postale o su carta di credito.

Chi opta per il mercato libero dell'energia, ovvero stipula un contratto con il gestore più competitivo secondo le proprie esigenze, deve pagare al fornitore 27,03 euro a titolo di contributo fisso più eventuali costi per il servizio. Alla risoluzione del contratto il gestore può chiedere un deposito cauzionale o un'altra cauzione, secondo quanto indicato nel contratto stesso, al quale possono sommarsi i 16 euro dovuti per l'imposta di bollo: dipende da quanto previsto dalla normativa fiscale.


Come attivare una fornitura energia elettrica: guida completaCome disattivare la fornitura di energia elettrica

Per effettuare la disdetta del contratto luce il cliente deve presentare una richiesta al fornitore dell'elettricità, tale richiesta deve essere inviata entro il termine massimo di preavviso previsto dalla normativa ovvero entro un mese. La società che eroga il servizio deve consegnare al distributore la richiesta di disdetta della fornitura di energia elettrica entro il termine di 2 giorni lavorativi, lo stesso distributore deve disattivare la fornitura di elettricità entro 5 giorni dalla ricezione della richiesta.

I clienti del mercato di maggior tutela pagano 23 euro per la disattivazione della fornitura di energia elettrica, mentre gli utenti del libero mercato devono fare riferimento a quanto indicato nel contratto.

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